Non so davvero come inaugurare il mio primo post. Magari posso parlare di una curiosità che di recente ho letto in uno dei libri su cui lavoro per la tesi: si tratta di una cosa che probabilmente alcuni sanno, ma che per me è stato una buffa sorpresa. Mi dilungherò un po' nello spiegare tutti i dettagli: molti addetti ai lavori lo troveranno noioso, ma per chi da poco si è interessato all'argomento sarà senza dubbio chiarificatore. Prima di dirvi di cosa si tratta, però, ho deciso che fare un piccolo capello introduttivo con la finalità di creare una certa suspence ^^.
È pacifico che la lingua «dove il sì si suona» provenga dal latino, ciò però non risponde alla domanda che sta a monte di molti interrogativi della linguistica: da quale latino proviene? Eh già, il latino non è – o per lo meno non è solo – quello che si studia a scuola (ossia quello dei grandi autori grosso modo tra 50 a.C. e 50 d.C.): sarebbe come credere che l'italiano sia solo quello trecentesco usato da Dante, Petrarca e Boccaccio! C'era un latino degli schiavi e un latino dei letterati, un latino parlato nelle campagne e un latino parlato nell'Urbe e così via. Tutto ciò spiega perché certe parole latine sembrino non aver niente a che fare col corrispettivo italiano: del resto, detta inter nos, la parola “fegato” col latino iecur non centra un fico!
Un fico... o forse sì? Anzi un fico centra eccome: gli antichi Romani, storicamente delle ottime forchette, gradivano un piatto chiamato iecur ficatus (ossia «fegato con fichi»). Col tempo il participio passato con valore aggettivale ficatus è finito con l'indicare l'organo; poi, nel passaggio all'italiano, si è verificato il seguente esito: FĬCATU(M)>fegato. Dapprima è caduta la -M finale, la Ĭ accentata è diventata una \é\, la U una \o\, mentre la C è diventata una \g\. Il passaggio da C>g è dovuto ad un processo di sonorizzazione: ossia quando pronunciamo la \g\ "dura" compiamo dei movimenti degli organi fonatori simili a quelli che compiamo per produrre la \c\ “dura” ma col la differenza che coinvolgiamo nel processo anche le corde vocali. Fenomeni di sonorizzazione simili sono numerosi: si pensi a come i milanesi e i settentrionali pronunciano il verbo indicante … l'atto di defecazione rispetto all'italiano standard...
Se conoscete altre parole il cui etimo si perde nella notte dei tempi o volete commentare questa pagina - anche in negativo, purché nei giusti modi - scrivete! Fate così anche qualora voleste sapere l'origine di qualche parola o di qualche cognome! Ogni intervento è benaccetto.
Comunque se volete sapere il testo da cui ho tratto quest'informazione è: VEIKKO NÄÄVÄNEN, Introduzione al latino volgare.
Edited by lukiskywalker88 - 17/3/2010, 21:12