L'OCIO O IL LOCIO? GRAMMATICA NORMATIVA E GRAMMATICA STORICA A CONFRONTO
di Marco Luchi
Scrivendo sul celeberrimo motore di ricerca Google
Sagra dell'ocio, ho trovato ben 497.000 siti contenenti quella frase in 0,18 secondi. Ciò non stupisce: l'
ocio (toscanismo, diffuso nel senese e nell'aretino, indicante una grossa anatra da cortile) è, specie arrosto, una pietanza molto apprezzata. Sono sicuro però che pochi si sono messi a controllare in un comune vocabolario l'origine della parola e – sono certo anche di questo – chi l'ha fatto non ha trovato alcuna voce corrispondente. Del resto il termine più corretto che indichi quest'animale, sebbene di un altro dialettismo si tratta, è
locio. Sembrerebbe dunque necessario prendere un pennarellone è correggere tutti quei manifesti e quelle locandine in cui è scritto
Sagra dell'ocio in
Sagra del locio. Ma siamo sicuri della gravità dell'errore?
Orbene,
ocio deriva dalla forma non attestata del latino volgare *AUCIU(M), che è anche alla base del fr.
oison [2]. Dato il modo in cui vengono trattate le vocale nel passaggio dal latino volgare all'italiano, l'esito finale è
òcio. In séguito, per un processo comune nell'italiano parlato, l'articolo determinativo (
l'ocio) è finito con l'agglutinarsi – ovvero con l'«incollarsi» – alla parola, producendo il termine
locio. Questo fenomeno di fusione tra l'articolo e il nome a cui si riferisce prende il nome di
concrezione dell'articolo; un altro esempio di discrezione l'abbiamo con la parola lastrico, originaria dal latino medioevale – detto anche mediolatino – ASTRĂCU(M) [3].
A questo punto possiamo chiederci: aretini e senesi hanno sempre detto
ocio? Oppure anche loro inizialmente dicevano locio e poi, percependo quella \l\ iniziale come l'articolo, l'hanno isolata? Del resto quest'ultimo fenomeno, detto di discrezione (dal lat.
discerno, “separare”) dell'articolo, è risaputo nel caso di altre parole; anzi, è abbastanza diffuso da essere spesso usato impropriamente: cf. ŎBSCŪRŬ(M) > oscuro > (l)o scuro > scuro [4]. Forse qualcuno in linea sa districare il bandolo della matassa, in quel caso spero ci risponda.
Dopo questa digressione torniamo al tema di questo post. In conclusione la grammatica normativa, quello della maestrina dalla penna rossa, dà ragione a chi dice
locio; la grammatica storica (o glottologia) da ragione agli aretini e ai senesi che, nell'etimologico rispetto della base latina *AUCIU(M), continuano a dire e a scrivere
ocio [5].
- Io personalmente ho controllato sul DEVOTO-OLI;
- www.etimo.it/?term=locio domenica 21 marzo 2010, ore 19:04;
- G. PATOTA, Nuovi lineamenti di grammatica storica dell'italiano, il Mulino, Bologna 2009, p. 104;
- Ibid. p102-103;
- www.etimo.it/?term=ocio domenica 21 marzo 2010, 19:44
L'ocio o il locio? Grammatica normativa e grammatica storica a confronto by
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Edited by lukiskywalker88 - 21/3/2010, 21:07